martedì 20 marzo 2012

22/11/'63 - Stephen King - Recensione

Prima di recensire l'ultima fatica del "Re dell'horror" americano mi sento di dover spendere due paroline sul "King" del mio cuore marcio e corrotto.
Sono un Kinghiano DOC. Ho letto praticamente tutto quello che ha pubblicato e sono riuscito a farmi piacere cose del tipo "On writing" ovvero il "manuale di scrittura" visto da king in persona.
Sembra una frase fatta, ma davvero, se la pubblicasse, leggerei con foga pura la sua lista della spesa.
Ho anche imparato, col tempo, a farmi andare giù il finale della saga della Torre Nera (lungi da me, non ho intenzione si fare nessun genere di spoiler, io ODIO lo spoiler!).
Questo perché io, semplicemente, venero (voce del verbo venerare) Sthephen King.
Mi piace come scrive, il Maine è l'unico posto degli stati Uniti d'America che davvero vorrei visitare. Un po' anche per colpa della menagrama per eccellenza del mondo dei telefilm ovvero Jessica Fletcher, ma anche perché, leggendo i vari romanzi da lui pubblicati, nella mia testa quel posto ha assunto le tinte di un location epica e fantastica.
Certo, terrorizzante ed angosciante, non potrebbe essere altrimenti, ma.. mai sentito parlare del fascino dell'orrido?
Un vero e proprio paese incantato per malati di mente insomma.

22/11/'63 appartiene a quella, apparentemente senza fine, lista di romanzi che King sta ripescando dal cassetto.
E' un romanzo, parole sue, iniziato nel 1972 e che, ai tempi, non riuscì a finire per mancanza di informazioni / tempo.
Come ti capisco mio caro Stephen! Come ti capisco!

22/11/'63, oltre ad appartenere alla categoria dei "ripescati dal cassetto" possiede anche un'altra peculiarità: non è un horror.
Be, di "orrore" in realtà ce n'è, e ce n'è parecchio.
Il sangue, si potrebbe dire, scorre a fiumi e non potrebbe essere diverso. King lo descrive talmente bene.. ma non c'è nulla di soprannaturale.
Al massimo c'è un po di fantascienza, d'altronde si parla di viaggi nel tempo, ma non è nemmeno fantascienza pura. Non c'è nessun marchingegno, non c'è nessun scienziato (pazzo o meno).
Ci sono solo persone normali in situazioni straordinarie e con opportunità che tutti noi abbiamo, almeno una volta nella vita, desiderato di poter avere a disposizione.
Tornare indietro nel tempo e cambiare la storia.

Il protagonista della storia si ritrova nella suddetta condizione e decide di tentare l'impensabile.
Salvare la vita di john Kennedy.
Per farlo "parte" dal 2011 e "trasloca" nel 1958.
Inutile dire che ne passerà 1000 prima di arrivare al 1963...
Il libro è tutto li, e seguire la metamorfosi del protagonista è davvero interessante e sconvolgente.

Non aggiungo altro, odio lo spoiler, l'ho detto mille volte, e non voglio di certo iniziare ora, solo che, dalla regia, recensire un libro senza scrivere assolutamente nulla riguardo alla trama non è professionale. poi sembra che non hai letto il libro.

Il mattonazzo ha uno spessore dell'ordine di 767 pagine (cosa normale per il buon vecchio King) e si differenza da molti dei suoi altri lavori per un ulteriore particolare.
Parte subito, in quarta e a tutto gas.
E ma piacciono (o forse sarebbe meglio dire che ci sono abituato) le sue partenze solitamente lente.
250 pagine d'introduzione alla storia vera e propria non mi disturbano anzi, mi immergono di più e meglio nel mondo dell'autore, ma questo romanzo non soffre di questo "problema". Affatto.

Che dire!
Lo consiglio a tutti gli amanti del King, lo consiglio a tutti i nostalgici degli anni '50 e lo consiglio a tutti quelli a cui solitamente il King non piace.

Potrebbero, finalmente, cambiare idea.

1 commento:

  1. Hai detto la stessa cosa di Duma Kay, mi sono fidata e mi sono costretta a finirlo rompendomi le balle fino all'ultima pagina...(tra l'altro te lo devo ancora restituire).
    Su una cosa hai ragione il Maine deve essere proprio un bel posto, ovviamente per J.B.Fletcher la migliore scrittrice di tutto lo stato del Maine!!!!!

    RispondiElimina

Lasciate un qualche commento voi che leggete