sabato 24 marzo 2012

E la chiamarono Gianluca - Alla faccia dei risvegli traumatici

Ella è qui! Sarebbe meglio dire egli, ma parlando di tartarughe, chissà perché, tendo a dimenticare la possibilità che siano di sesso femminile.
Tartarugo , oltre ad essere una parole inventata, è pure una parola oggettivamente abbastanza brutta. Suona male.
Comunque, visto che il nostro esemplare maschio di tartaruga aveva bisogno di essere ribattezzato, con buona pace di ogni eventuale possibile squilibrio psichico dovuto ad un cambio anagrafico non richiesto, "abbiamo" (plurale maestatis del Papo) deciso di chiamarlo Gianluca (con buona pace dell'amico che così si chiama che l'unita tartaruga che ha è quella addominale, ma al rovescio.
E' giunto giovedì sera (io non c'era) e visto che per traslocarlo è stato in pratica stato svegliato malamente dal suo letargo, in filato in una scatola da scarpe e rinchiuso, dal bel giardino in cui viveva prima, in un terrario "Working in progress" che non è malaccio ma che sicuramente non è casa sua, non mi aspetterei altro che odio sempiterno dalla corazzata creatura per tutti i secula seculorum.
Mi immedesimo. Io reagirei così.
E' qualche mese che me la dormo della grossa, manca poco alla sveglia, ma posso ancora dormire ed arriva un tizio (che nemmeno conosco) che mi rapisce dal mio posticino e mi infila in una bara di cartone.
A me girerebbero! Eccome!
Comunque sia, al momento, il profugo rapito è tornato a nanna (s'è intampato per benino) ed anche se ogni tanto da segni di vita la tensione è palpabile.
Sopratutto in attesa della scenata colossale che ci toccherà subire quando si sveglierà.

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