mercoledì 4 aprile 2012

Legend of the Five Rings - Recensione GDR

Per i tecnicismi anglofoni vi rimando all'immancabile pagine di Wikipedia.
Per le impressioni continuate a leggere.

Partiamo in primo luogo dal fatto che non sono un patito del Giappone feudale.
Mi incuriosisce, ma non ne vado matto, ed è infatti con curiosità che ho approcciato questa ambientazione.

Come al solito, quanto si affronta un regolamento nuovo, l'inizio è stato un poco ostico.
Tanti dadi da tirare, ma proprio tanti, e c'è voluto un momento a capire come e quanti (se siete interessati fate scorta di D10).

Una volta superato lo scoglio "tecnico" c'è stato quello interpretativo.
Se, come me, pensate che i Giapponesi siano un popola "strano", giocando a questo gioco di ruolo ne intuirete le cause.

La visione piramidale della società, con in cima l'imperatore e poi sotto tutti gli altri,
Le regole ferree nel quale onore e gloria sono praticamente gli unici sentimenti da considerare.
Le dozzine di termini in Giapponese che possono creare confusione. Termini che nonostante mesi di gioco continuano a non restarmi in mente.
Non posso farci niente.
Ogni volta che qualcuno dice qualcosa in giapponese il mio cervello si perde in cerca del significato della parola e mi perdo la narrazione.
Perché di questo si tratta.
In gioco largamente narrativo dove intrighi e "politica" la fanno da padrone.
I rapporti intricatissimi fra i vari clan sono alla base di una fitta rete di sotterfugi nella quale il vostro personaggio (e voi con lui) vi troverete presto o tardi profondamente imbrigliati.

Che dire in conclusione (l'ho fatta breve).
Il gioco mi è piaciuto, ma lo consiglio ai "patiti" del Giappone feudale.
Per gli altri (me incluso) le meccaniche comportamentali sono decisamente ostiche da assimilare.
Ci si riesce, ma con fatica.

Voto 7 dadi! (D10 ovviamente)

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