giovedì 26 aprile 2012

The Terminal - Recensione

Un Tom Hanks in grande forma, una Catherine Z Jones splendida, un cast di bravissimi attori, uno Steven Spielberg ispirato ed una storia buona.
Forse troppo.
Durante una sessione di zapping furibondo sui canali cinema di Sky mi ci sono imbattuto. L'ho preso iniziato da un 20 minuti, ma avendone il DVD ed essendo uno di quei film che ho visto parecchie volte (non 10 volte l'anno, al massimo una) la cosa non mi ha disturbato un granché.
Ho avuto un attimo di esitazione prima di decidere di guardalo, lo so che effetto mi fa... o almeno, ora lo so ed ho deciso di tenerne futura e sempiterna memoria.

Questo dannatissimo film buono buono buono mi fa piangere come una mamma orgogliona al matrimonio del figlio adorato.. tanto per dirne una.
L'ho già confessato in passato... ebbene sì, io piango di fronte a certe pellicole, mi imbarazzo di fronte alle scene di sesso spinto e provo vergogna per le immani figure di merda anche quando le fa un personaggio interpretato da un attore pagato per farle col sorriso sulle labbra.

Sono un caso "border line"? (che lo son che in italiano si dice "limite", ma "border line" mi piace di più in questa particolare situazione)
Da ricovero?

Che poi non è che piango proprio a dirotto.
Niente lacrimoni, intendiamoci. Ma occhi lucidi, una o due mezze lacrimuccie e singhiozzoni di commozione però sì.

E questo film, col suo buonismo assolutamente gratuito e spinto, mi scatena, una dietro l'altra, queste crisi di cui ho imparato a non avere vergogna.. .almeno di fronte ai più stretti.
Al cinema a vedere film del genere non ci vado... evitiamo di fare figuracce, meglio.

Però a casa lo guardo... e mi commuovo.
Ed ora ho capito il perché.
Dopo anni!

Credo sia perché sono allergico al buonismo spinto, ed in questo film ce n'è davvero tanto.
E gli antistaminici non funzionano.

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