martedì 29 maggio 2012

Dark Shadows - Recensione

Tanto per cambiare proviamo a cimentarci con la recensione di un film che NON abbiamo visto almeno 30 volte e di cui NON possediamo il DVD.

Dark Shadows, ultima fatica fiabesca neo gotica del "prodigio" Tim Burton insieme al suo "favorito" Johnny Depp (che qui scende in campo anche in veste di produttore).
Perché tutte queste virgolette direte voi?

Perché il film, sinceramente, avrebbe potuto piacermi di più. Abbastanza divertente, sempre ironico, spesso scontato e dal ritmo decisamente altalenante.
La storia la sapete e se non la sapete non sarò certo io a spoilerarvela, non sia mai, ma se come me siete arrivati in sala sapendo poco o nulla (giusto un traile visto senza audio) avrete capito di cosa si tratta.
E', in sostanza, una presa del giro ironica dei cliché vampireschi letterari classici (niente vampirelli tamarri, brillanti e dall'identità sessuale confusa fortunatamente) e come tale è da apprezzare, quindi la storia è promossa? in effetti lo è. scontata, non potrebbe essere altrimenti, ma è promossa.
Allora perché sentite odore di polemica?
Non vi sbagliate.. la polemica c'è ed ora ve la beccate tutta.

Ecco i problemi. Il cast e l regista.
Robette da niente insomma.

Il Cast:
Il protagonista, il vampiro Johnny Depp, è sempre lui, ma non riesce a trasmettere la sua solita aura di "stranezza" al personaggio che, essendo già molto strano di sui, forse gli va un poco stretto al cavallo.
Inoltre, almeno io, l'ho trovato imbolsito e truccato molto male.
Helena Boham Carter, fa la parte di una psichiatra beone, è in guardabile. Io c'e l'ho in testa nel ruolo di Marla Singer (Fight Club) e giuro, non sono riuscito a farmela andar giù.
Johnny Lee Miller, fratello pusillanime ed inutile, invece mi viene consegnato su un vassoio d'argento direttamente niente popò di meno che da Trainspotting (eresia) non m'è piaciuto troppo.

Chi salvo?
Salvo Michelle Pfeifer (la sorella maggiore) che tutto sommato ha fatto il suo lavoro (meglio degli altri) e Eva Green (la strega malefica).

Glisso sui "giovani" che tutto sommato sono "inutili" e continuo con le magagne...

Il regista.
Tim Burton una volta sapeva creare sorprese dietro ogni scena, qui invece s'è perso cercando di ricostruire un tempo che non c'è più.
La ricostruzione storica è probabilmente ineccepibile, ma lui "non c'è" o, quantomeno, non c'è sempre.

Voto?
6 barrette di schifezze al  giusto caramello cioccolatoso perché, in effetti, è un film divertente che ti lascia un sorrisino in faccia, ma niente di più.

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