lunedì 24 settembre 2012

Bronson - Recensione

Tentativo sperimentale di recensione minimale.

Bronson è un film.
Parla di Charles Bronson (link a biografia), personaggio incredibile, nel senso che uno può fare realmente fatica a credere che esista al mondo un essere umano del genere.
Mitico Tom Hardy, attore protagonista. Fantastica interpretazione e grande caratterizzazione. Cappello in francese.
Voto 9-
Tentativo sperimentale di recensione minimale, fallito.

Non ne sono affatto soddisfatto, perché questo è un film di cui mi sento in dovere di parlare, e tanto. Perché, a mio avviso, non se ne è parlato abbastanza.
Perché, non che mi tenga informato quanto forse dovrei, lo ammetto, ma di questo film nulla mai avevo sentito prima.
Prima che me la consigliassero.
Che dire quindi di questa pellicola?

Che è un film biografico un poco fuori dagli schemi devo ammetterlo, ma lo è.
Anzi, mi correggo, è un film biografico DECISAMENTE fuori dagli schemi e per la storia che tratta e per come la narra e per i personaggi che la popolano e anche, sopratutto, per COME la narra.
Cerco di spiegarmi senza spiegarmi troppo perché non voglio rovinarvi le sorprese, ma sappiate che è un film intimo, colloquiale.
Ci si instaura un rapporto, c'è un reale scambio di sentimenti, di sensazioni, c'è sintonia forse?
La cosa tra l'altro, se fosse vera, sarebbe inquietante e preoccupante, visto l'individuo con cui questo scambio teoricamente avverrebbe.
Niente popò di meno che il detenuto più pericoloso del Regno Unito, e scusatemi se è poco.
Che dire di questo personaggio? Che è un personaggio, che è la trasposizione nella vita vera dei peggio drughi di "Arancia meccanica".
Ribadisco, giusto per essere chiaro: "Trasposizione nella vita reale dei peggio drughi di Arancia meccanica".
Ha la mentalità di un bambino di 4 anni nel corpo (muscoloso e super allenato) di un adulto che adora fare a pugni ed è pure molto bravo nel farlo, e che sfrutta la cosa per diventare e restare famoso nell'ambiente carcerario....Charlie Bronson vuole essere famoso e, calcolando che gli hanno dedicato un film, c'è riuscito, facendo esattamente quello per cui è più portato.
In pratica ha realizzato il sogno della sua vita?
Posta la domanda di quanto sia eticamente giusto "celebrare" un individuo del genere (ancora in vita e ancora al gabbio per giunta) e lasciata l'ardua risposta ai posteri parliamo ora, e seriamente, della pellicola.
Fotografia? Musica? Cast?
Non c'è nulla di rilevante di fronte alla gigantesca enorme colossaggine della storia (provate ad indovinare quale parola, in questa frase, è inventata) e dei personaggi. O meglio DEL personaggio.
Perché, e lo si capisce dal titolo, qui di protagonista ce n'è uno e uno solo, ed è LUI. Nell'imponenza del suo ego e della sua stazza. Nella tracotante incoerenza della follia, essendo stato ufficialmente dichiarato sano di mente, e nella lucidità folle della sua presenza scenica e delle sue azioni reali.
Merito dell'attore che lo ha impersonato splendidamente (grandissima prova, davvero spettacolare), ma merito sicuramente anche del "personaggio".


Fatevi un favore.
Provate a cercare qualche immagine di Charles Bronso su google... e vedrete... e capirete...
E' assurdo e la cosa più assurda di tutto è che è tutto vero, o veritiero, o possibile. Certo, la pellicola sarà certamente "romanzata". Certe cose potrebbero essere esagerate, e sicuramente lo saranno, ma una volta "capito" lui una cosa si capisce. Che tutto è possibile quando si parla di "Charlie" Bronson, che tutto è plausibile, che parecchio esce dalla sua bocca, o da una di quelle psichiatriche che l'hanno seguo negli anni. Da una o da molte.
Questo, più che un film è una confessione, un manifesto. Folle ed esagerato, ovvio, ma questo film credo possa rappresentare un lascito e certamente insegna qualcosa. Qualcosa di vero e profondo,ma anche inquietante e sbagliato.
"Il fine giustifica i mezzi, qualsiasi essi siano, qualsiasi sia il fine"

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