lunedì 30 settembre 2013

I Puffi 2 - Recensione

Capita, quando hai un figlio di 5 anni, che per sopravvivere ad una domenica pomeriggio piovosa e potenzialmente fatale, ti tocchi rifugiarti in una sala strapiena di suoi coetanei a vedere un film adatto a lui, ma cosa succede se poi il film che vai a vedere ti diverte anche?
E' questo il caso de "I Puffi 2", visto in versione rigorosamente 2D, e di cui ho apprezzato trama, battute, atmosfera e, perché no, anche gli strascichi puffosi.

La trama è abbastanza semplice e lineare: il cattivo Gargamella, "intrappolato" nel nostro monto alla fine del primo film, concepisce il solito piano per sterminare gli odiati omini blu e, conseguentemente, dominare il mondo grazie alla magia estratta dalla loro puff-essenza. Ma non voleva semplicemente mangiarseli?

I nostri puff-eroi, complice una narrazione puff-frizzante, puff-frenetica e puffosa in generale, riusciranno a salvare loro ed insieme noi?

Evitiamo puff-spoiler e parliamo di altro.
La musica è divertente, giovane ed azzeccata, gli attori fanno il loro lavoro anche se i vari gadget Sony sparsi in giro per la pellicola sembrano un poco ineriti a forza tutto sommato non danno poi così fastidio (esilarante Birba che spiega a Gargamella come consultare il piano malefico su un Tablet Sony).

Cosa m'è piaciuto di più della pellicola?
Il fatto che i primi a non prendersi sul serio siano i puffi in prima (e blu) persona. Fantastiche le introduzioni dei "nuovi" puffi, a partire dal migliore di tutti in assoluto, il puffo passivo aggressivo.

L'intera pellicola è intrisa di battutine e doppi sensi puffosi e divertenti.
Sentire poi tuo figlio. che dei puffi sa poco o nulla, dire che siamo in puff-ritardo salendo in macchina per tornare a casa vale decisamente il prezzo del biglietto.

Nostalgia canaglia...

giovedì 26 settembre 2013

In cerca di un sottofondo

Torniamo a parlare di gioco di ruolo, questo misconosciuto.
Il mio gruppo sta per imbarcarsi in una nuova avventura ambientato nel terribile mondo di Vampiri, I Secoli bui.

Per chi ancora non lo sapesse sappiatelo... il gioco di ruolo, quello vero, quello serio, quello che non prevede interfacce di alcun tipo fra gioco e giocatore (quindi niente PC, niente console, niente web...) è una faccenda seria... e siamo nella fase più delicata. Quella di creazione del personaggio.

Come funziona la faccenda? Provo a spiegare:

Una volta compresa (a spanne) l'ambientazione al giocatore è normalmente richiesto di inventarsi un personaggio. A seconda del mondo in cui il gioco è ambientato quest'ultimo può avere caratteristiche molto differenti e complesse.

Nello specifico, essendo Vampiri un gioco molto complesso, politico ed interpretativo, al giocatore è richiesto di creare un personaggio che sappi integrarsi più o meno omogeneamente nelle file di una "coterie", una "compagnia" vampiresca, e che nel frattempo sia anche più o meno in grado di perseguire i suoi propri scopi e fini.

Non è una cosa semplice, sopratutto se come me sei un giocatore che ama complicarsi la vita. Negli anni però ho scoperto che, se la vita te la complichi da solo, se sei fortunato il master ne terrà conto, e ti tratterà con un occhio di riguardo, assegnandoti compiti e sfide più alla tua portata.
Questa cosa funziona solo nel gioco di ruolo, nella vita vera è meglio evitare del tutto i casini, ma nel gioco di ruolo è una cosa che può funzionare. Aggiunge pepe alla trama, ed il pepe è il sale del divertimento... e se non ti diverti cazzo giochi a fare?

Questa è forse la mia fase preferita.
La fase creativa, la fase di pura fantasia... poi ci si scontra con la dura "realtà" della trama narrativa, dei casini, della storia.... e tu non sei più il "creatore", sei una pedina della trama nelle mani di un master psicopatico...

In sostanza cosa ci si aspetta dai noi poveri giocatori?
Che ci si inventi una storia... che si metta in moto il cerebro e che si partorisca quello che, in gergo, viene chiamato "background del personaggio".
Perché, ricordate, poi si recita a soggetto!

Mi ci butto.. lo faccio, che ho idee, ma sappiatelo. Ora come ora non posso parlarne più di tanto.
E' un segreto!
Anche i muri hanno orecchie nel mondo di Vampiri!

mercoledì 25 settembre 2013

Gente che non vedi da secoli...come la gestisci?

Nel titolo non c'era poi tutta questa ironia, non è un gioco di parole.

Se fai la somma dei singoli, 10 anni uno, 15 l'altro, 8 l'altro ancora... e non conto nemmeno tutte le tavolate, ne conto in sostanza solo una... be, erano secoli che non li vedevo tutti insieme.


Serve un'introduzione al contesto, me ne rendo conto, e provvedo.


Matrimonio di parente, cugina. Non una cugina come le mille che posso annoverare, una cugina del tipo "ci ho passato insieme buona parte dell'infanzia e dell'adolescenza".
Un pezzo di vita insomma.

La cara cuginetta si sposa e decide di fare le cose in grande.. non come il sottoscritto, orso e misantropo. Lei invita tutti... e stranamente mi fa piacere.

E' l'occasione. Il motivo. La scusa... per incontrare nuovamente il "vecchio gruppo". Quella dozzina di persone con le quali, volente o nolente, hai passato anni interi.. magari a fare cose che poi hai bellamente disconosciuto e che, forse, non hai mai nemmeno condiviso troppo, ma eri li, eri con loro, e qualcosa conterà bene no?!

Ora, fatti i saluti, i dovuti convenevoli, le fatidiche due chiacchiere poi? Poi di che parli?
Cosa fai tu nella vita? Cosa faccio io? Hai messo su famiglia, non hai messo su famiglia.
Sei realizzato, ti scassi di noia tutto il giorno... le solite cose... ma non sono quelli i discorsi che vorresti fare.

E' gente che non vedi da minimo dieci anni (e facendo la somma dei totali arriviamo veramente a secoli di lontananza) e quello che vorresti sapere sono le cose importanti.

Perché se tu (io) sei cambiato anche loro lo saranno.

Perché se a a te (sempre io) son successe delle cose che ti han cambiato profondamente e radicalmente, saranno successe anche a loro.. e se loro almeno una paio delle cose che ti son successe le sanno tu (ancora io) invece no.
E sei curioso in un modo che trovi quasi imbarazzante.

Perché non si tratta di sapere per conoscere, si tratta di voler sapere per poter condividere.
Perché di quelle persone, anche se ti sei perso, se non ti vedi ne ti senti più, se non ci pensi poi nemmeno troppo spesso... perché a quelle persone tieni.
Perché sono un pezzo della tua vita, perché sono un pezzo della tua vita... un pezzo che pensavi forse di avere perso, ma che invece è sempre stato li, nel tuo cuore.

Tralasciamo poi il fatto che invece di parlare seriamente ti metti a fare battute fetenti e taglienti.. e ti ritrovi pure a parlare un italiano infiorettato da volgarità che non usavi da anni e completamente gratuite... questa non l'ho capita ma è vera....

Tutto il resto è vero...

Mi siete mancati, tutti.

lunedì 23 settembre 2013

Paura del baratro... GTA V mi spaventa.

Lo devo ammetterlo, non m'era mia capitato.
Sopratutto non m'era capitato in un determinato ambito.

E' successo a tutti.
Sono quelle piccole... cadute di stile? Defaillance forse sarebbe meglio dire... in sostanza.

Paura, panico, terrore.
Certezza della fine imminente, paura di fronte alla possibilità di trovarsi di fronte ad un baratro troppo profondo dal quale sai, in cuor suo, che faticherai grandemente, con sudore e crisi d'astinenza, nel vano tentativo di uscirne se non sano di mente almeno vivo.
In sostanza... trattasi del problema GTA V.

Troppa roba, troppo spazio, troppe opzioni, troppe opportunità e... troppo poco tempo... sopratutto, troppe altre cose da mettere da parte per dedicarcisi "seriamente". Le virgolette sono d'obbligo, trattasi pur sempre di un gioco... ma è possibile che sia capitato anche ad altri, in altri ambiti?

A me di certo.

Prendiamo, ad esempio un contesto differente.
Serie tv: LOST.
Quando uscì, mi pare millenni fa, mi persi la prima puntata.
Al solito mi ricordai del fatto che "c'era una serie che volevo vedere" qualche giorno in ritardo... così guardai la seconda puntata, fiducioso di riuscire, in qualche misteriosa maniera, forte della mia (de)mente superiore a comprendere comunque gli intrecci della trama.
Risultato? Non ci capii assolutamente nulla, ovviamente, ma così nulla che rinunciai a recuperare ed anche con l'avvento del download selvaggio non mi ci sono mai dedicato... ed ora.. ora che sono N stagioni, decide di episodi e che nel frattempo ho raggiunto un livello tale di menefreghismo tale da convincermi a farmela volontariamente spoilerare da un paio di colleghi che invece le N stagioni e le decine di episodi li hanno visti tutti... ora è tardi.
Ora non sono più interessato, ma sopratutto, vista la mole di "lavoro arretrato" e la non poi così vaga possibilità che io non sia in grado di comprendere la trama sottile e travagliata della seria.. ora ho paura anche solo all'idea di iniziare.

Paura del baratro.
Paure di non riuscire a finire.

Una volta non ne pativo.
Parla uno che s'è letto tuuuuutta "La stori d'Italia" di Indro Montanelli.
Ma proprio tutta.
La misuri non a volumi, non a capitoli, non a pagine, ma a chili e metri, capiamoci. E' un'impresa titanica!
Sopratutto se la intraprendi per puro "piacere" personale. Intendiamoci.

Non ero minacciato di vita o di morte, non è che qualche anonima di chissà quale posto avesse sequestrato qualche affetto...


Quando iniziai non mi posi nemmeno il problema.
Un tuffo e via... ora. Ora non più. Ora non lo farei.
Ora sono cambiato.

Ora ho.. paura? Timore?
Sono più maturo? Incline forse alla riflessione preventiva per evitare quella postuma?

Non lo so cosa sia successo, so solo che ieri sera, a causa di un piccolo contrattempo, mi son ritrovato a vagare nelle desolate e virtuali lande di una California digitalizzata a fare escursionismo.
Ho scalato una montagna.
Poi ho fatto vela... anche se sarebbe meglio dire motoscafismo...
Poi ho vagato, ho bellamente cazzeggiato.... per NON andare avanti nel gioco?
Perché c'è così tanta roba da fare che non so da che parte iniziare?
Perché mi sento inadatto e vecchio?
Io?

Inadatto di fronte ad un videogame?!?!

Ma scherziamo?!?!
Io che mi vanto di essere un "videogiocatore professionista"?!

Oppure, forse, non è tutta colpa mia.
Potrebbe, forse, essere colpa del gioco che si aspetta che io faccia cose che invece non sto prendendo in considerazione di fare?
Forse che ho un atteggiamento "deviato" rispetto alle aspettative di gameplay dei programmatori?
Forse che ho sbagliato proprio a comprarlo?

O forse l'ho rotto.

Sì, è possibile che sia proprio così.

Ho rotto GTA V.

Quando anche io mi sarò rotto di "cazzeggiare e fare alpinismo" forse avrò capito che non sono sono definitivamente cambiato.
Non sarò più un target per ceti giochi ed allora.

Allora sì che sarò spiazzato definitivamente.

Brutto quando i punti di riferimento auto-imposti della propria vita de li auto-sputtani da solo vero?

lunedì 16 settembre 2013

The Last of Us - recensione

L'avevo promesso.
Avevo anche promesso che non avrei scritto solo di videogiochi ma, visto che mi piace smentirmi da solo, ecco a voi la recensione di "The Last of Us" (TLOU).

Tralasciamo da subito gli ovvi discorsi legati alla tecnica (ineccepibilie) e alla grafica (spettacolare).
Evitiamo bellamente i discorsi delle esclusive...dico solo che chi non ha una PS3 non potrà fare a meno di piangere a dirotto e flagellarsi pentente fino all'acquisto (che ora considero obbligatorio).
Perché così è.

The Last of us è, definitivamente, un "must have".

Questo gioco, rappresenta e soddisfa, da solo, le aspettative ed i bisogni di un videogiocatore adulto. E con "adulto" intendo dire che è un gioco per maggiorenni che giocano (o meglio, videogiocano) da almeno 20 anni, come il sottoscritto.

Sì perché i temi sono adulti, il gioco è violento, il gameplay è superbo e totalmente immersivo, la musica è spettacolare, il doppiaggio è di ottima qualità... ma la cosa che più conta qui è la storia e visto che proprio della storia vorrei parlare ad un certo punto di questo articolo inizierò a spoilerare paurosamente (altra promessa infranta?). Non preoccupatevi. Vi avvertirò in anticipo.

Oltre ad essere quello che è (ovvero IL GIOCO DEFINITIVO PER ANTONOMASIA) TLOU è, a mio avviso, anche il gioco ideale per avvicinare un neofita al genere del survival horror, oltre che probabilmente all'attività videoludica in generale.

Sì perché, storia vera, mentre ci giocavo, non ho potuto fare a meno di immaginare persone di mia conoscenza impegnate a cimentarsi con l'impresa, ed ho sorriso pensando ai vari "momenti clou" nei quali li avrei visti sbalordirsi e stupirsi... non facevano che venirmi in mente persone che non sono videogiocatori.

Si perché, sono convinto, questo gioco riuscirebbe a intrappolare nel vorticoso mondo dell'intrattenimento digitale anche il più restio a tentare l'impresa.
Una volta superato lo scoglio della difficoltà e della complessità ovviamente.
Si perché per quanto sia abbastanza lineare nella trama e nello svolgimento, è un gioco enorme. Lungo il giusto (almeno per uno che non può dedicargli più di molto tempo) ed abbastanza complicato.
Direi non per neofiti, tanto per smentirmi al volo in meno di 10 secondi netti, giusto perché ad un certo punto ci si ritrova a gestire un arsenale di un certo peso... ed i comandi per una persona completamente a digiuno potrebbero essere non proprio intuitivi.
C'è davvero un sacco di roba che si può fare ma, sapete cosa vi dico?

Vi dico che la storia, la forza delle situazione, la profondità dei sentimenti, non potranno fare altro che spronare il neofita di turno a migliorare ed a superare gli ovvi ostacoli "locomotori" di "sincronizzazione pollici cervello" che si troverà ad affrontare.
Perché il pensiero di "come andrà a finire questo macello" sarà ben più profondo e pressante di quello (a mio avviso) di cui avranno sofferto gli spettatori di Lost o di qualche altra serie...

ATTENZIONE SPOILER! (ma non troppo, cercherò di trattenermi...)

... si perché gli avvenimenti trattati sono davvero sconvolgenti.
Si parte dalla "tipica" situazione da "fine del mondo con zombie".

Va tutto in malora, letteralmente, ed i due protagonisti iniziale, una ragazzina ed il padre, si ritrovano a fuggire dalla propria casa, dalla propria città, dalla propria vita.
E qui, ancora nella fare di introduzione, il primo drammatico colpo di scena.
La ragazzina viene uccisa, il padre si dispera, il mondo va avanti.

La storia riprende il suo corso 10 anni dopo la morte straziante della piccola (ho pianto, durante quel momento ho pianto) e veniamo a conoscenza di come e quanto sia cambiato il mondo.

Sopratutto scopriamo che il padre (Joel) è cambiato decisamente in peggio, reinventandosi in tutto e per tutto nel ruolo delinquente violento e senza scrupoli dedito principalmente al contrabbando.
Si perché il mondo è diventato un posto davvero triste e violento e, un uomo, per sopravvivere deva fare tutto quello che è necessario fare. Sopratutto se ha il cuore infranto da una tragedia terribile come la morte di una figlia.

Joel è diventato duro e senza sentimenti, ma poi si ritrova a dover contrabbandare una carico molto particolare.
Una ragazzina, Ellie. Più grande della figlia scomparsa, ma molto somigliante.... ed inizia l'avventura.

La storia segue le avventure dei due durante l'arco di un anno (o meglio, quattro stagioni) e ci vedrà, di volta in volta, ad utilizzare uno o l'altro personaggio.

Ovviamente la sotria narrerà anche l'evolversi e l'intenerirsi del rapporto fra i due.

inizialmente Joel sarà chiuso e scostante mentre Ellie sarà timorosa ed impaurita.
Poi i due inizieranno a conoscersi fino a volersi bene trovando uno la redenzione (in sostanza Joel tornerà a fare il padre) mentre l'altra la sicurezza di una famiglia.

I due, per raggiungere la loro meta, ne passeranno letteralmente di cotte e di crude rischiando entrambi, e a più riprese, di rimetterci la vita.
Ovviamente sopravviveranno (grazie ai nostri sforzi) fino al drammatico finale.

No, non preoccupatevi.
Alla fine della storia saranno entrambi vivi e vegeti ma, cosa ben più importante, insieme.
Però a quale prezzo?
Letteralmente? Volete proprio saperlo? 
La salvezza del genere umano.

The last of us, per i temi descritti, per la violenza decisamente sopra le righe e per le atmosfere letteralmente inquietanti è un gioco adulto.
Per la storia, è il primo e forse unico gioco "adulto" della storia.
Niente fronzoli.
Niente abbellimenti (grafica a parte ovviamente, da vedere è semplicemente spettacolare).
Niente orpelli.
La storia più cruda e "crudele" che mi è mai capitato di interpretare.

Benvenuti nell'era del videogioco adulto.

P.S.
Non ho esagerato con lo spoiler vero?

sabato 14 settembre 2013

Martedì è natale...

Avevo promesso che non ne avrei più parlato... ma non sarà una cosa tecnica, no.
Promesso.

Ma hai poi senso fare una promessa del genere?! Proprio mentre non sto mantenendo una promessa fatta in precedenza?!

Va be! Il blog è mio e comando io.

Parliamo (ovviamente) di videogames, ma non in senso stretto.
Parliamo del senso d'attesa.
Parliamo dell'hype!
Parliamo del fatto che martedì esce un certo GTA V... e tutto cambierà.
Si dormirà decisamente meno dello stretto necessario, si salteranno i pasti, si passerà ogni momento libero attaccati ad un pad insomma...

Lo dico come se davvero avessi la possibilità di farlo.
Ho un figlio, una moglie, una famiglia, un lavoro, una vita insomma.

Una vita fa (mi sembra solo ieri, ma son passati anni) avrei davvero fatto così.

Mi sarei rintanato nella mia tana, mi sarei dato malato, mi sarei a tutti gli effetti perso in un mondo digitale.
Oramai son vecchio (alla faccia del "giovane" scribacchino).
Oramai non riesco nemmeno più a giocare per più di un paio di ore di fila senza chiedermi se per caso non sarebbe meglio fare qualcosa di più costruttivo, qualcosa di meglio.

Una volta non c'era quasi nulla che consideravo meglio.
Una volta era diverso.

Ma una volta anche io ero diverso.

Banale vero?
Scontato. Sicuramente.

Ma che altro posso dire.

Ho amici che "ancora lo fanno".
Certi di questi hanno addirittura famiglia (e sinceramente questi non so proprio a capire come facciano... io non ne avrei semplicemente le energie).

In sostanza questo senso di attesa sarà disilluso dalla sensazione, inevitabile, che non potrò "godermi" il momento nel modo giusto. Nel modo vecchio.
A parte il fatto che nessuno ha mai detto che il modo vecchio debba per forza essere quello giusto. Il problema è che, in sostanza, questo è lo sfogo conseguente alla presa di coscienza relativa al fatto che, aimè, sono cambiato.
Sono maturato, sono addirittura invecchiato.
Non che mi senta vecchio, anche se la valanga di capelli bianchi che mi porto appresso non mi aiutano a cercare di far finta del contrario, ma sono diverso.

Al solito me ne sono reso conto col giusto tempismo...
Non cambierò mai?!

Ma non ho appena detto di essere cambiato?


Di certo sono un pochino confuso... o solo polemico.

Provate voi ad essere lucido dopo aver passato un paio d'ore a sparare a zombie fungini in situazioni sature d'adrenalina e costantemente disperate!

P.S.
O a non essere polemici con se stessi essendo me...

P.P.S.
Non deve essere affatto facile vivere insieme a me....

venerdì 13 settembre 2013

Joyland. Stephen, ma quanto sei cambiato?

lo scrivo, con il rischio di ripetermi, ma King non smetterà mai di stupirmi.

Stephen, ma chi sei!

Non smetti mai di stupirmi!
Sempre al top della creatività... ed in questo caso anche al top del sentimentalismo.

Questo libro si legge in pochissimo tempo: il carattere importante, bordi pagina eccessivi lo rendono davvero breve, ed è strano per Stephen, ma la "durata" intrinseca della storia è di quelle che lasciano il fiato.
Tutta una vita, o almeno i suoi fatti salienti, gli episodi "importanti", i momenti "migliori e peggiori di un'intera esistenza" per parafrasare l'autore.

Sono un fan del Re, non in quanto "re dell'horror", ma in quanto autore sopraffino e davvero capace. In questi  ultimi anni si è trasformato. E' cambiato. Non è più decisamente lui.

Farsi investire rischindo la vita, smettere di bere, invecchiare son cose che lasciano il segno, ed il nuovo King è diverso.
Più diretto, malinconico e poetico.
Si perde meno nei dettagli, va al cuore delle storie e dei personaggi.

Ha abbandonato il superfluo per andare all'osso... ma ha perso atmosfera.

E se n'è reso conto.
Non credo che abbia cambiato "genere" volontariamente.
Ha cambiato stile di scrittura, ed il nuovo stile non è adatto a far saltare il lettore sulla sedia per spaventi improvvise o visioni al cardiopalma.

E' migliore?
No, è diverso, e mi piace comunque tantissimo.

Ma, sinceramente, mi manca il vecchio "Re dell'Horror".

giovedì 12 settembre 2013

Fine di una stagione.. Diamoci da fare

Finita ormai l'estate, inizia un nuovo anno?
Si perché oramai l'anno parte a settembre... a gennaio siamo tutti troppo grigi e depressi e stanchi per festeggiare davvero.

Festeggiare cosa poi?

L'inizio degli anni scolastici?
Chemmefrega a me! Certo, ho un figlio, ma a scuola ci va lui, mica io!

La fine delle vacanze?
Eccerto, perché c'è gente che davvero fremeva dalla voglia di tornare a sfacchinare tutti i giorni tutto il giorno?!? Ma fatemi il piacere! Non ci credo! Impossibile!
Ok, in effetti pensandoci esiste la possibilità. 
Chessò, esodati a fine esodo, CO.CO.CO. rinnovati in extremis, vai a sapere.
Il mondo del lavoro in Italia è talmente messo bene che è addirittura possibile che ci sia qualcuno che davvero ci teneva a tornare al lavoro...

Io però no.
Io in ferie ci stavo tanto bene.
Fatto poco, pochi grani, ma tanto tempo in famiglia... fatto scorta di relax... 

Durerà poco.
Si esaurirà in brevissimo tempo, troppo poco, ma per ora ancora ce n'è.
Facciamolo durare quindi...

Come fare?

Prima di tutto evitare le critiche.. e la prima che mi è stata fatta? La più recente? Quella che più mi ha toccato sul vivo?
"Ma il blog è morto"?
"Ma parli solo più di videogiochi"?

In effetti ... mi sento in colpa.
E la colpa genere pressione, la pressione stress.. e lo stress consuma il relax accumulato... quindi.

Facciamoci due chiacchiere.
Parliamo di libri?
Ho letto un sacco e di tutto, troppo poco tempo a disposizione.
Parliamo di cinema?
Ho visto un sacco di film.. alcuni, prima o poi, li recensirò pure (al volo vi manderei a vedere "La notte del giudizio" che, non so spiegarmelo nemmeno io,m'ha semplicemente entusiasmato!).
In sostanza, argomento troppo "spesso" da sviscerare in un post solo.

Facciamo un punto della situazione?!

Allora, scrivere:
Scrivo poco, invento un sacco di storie per il mio bimbo (Il nostro personaggio attuale è "Giacomo il cacciatore" ... con tanto di arco magico. Spin-off becero di Vai Diego Vai! (serie Disney). Ma non sono storie adatte ai libri.
Forse un'idea per una serie animata, appunto... qualcuno ha il numero della Disney che gliela propongo?
No?!
Vabbè, andiamo avanti.

Sul lato della letteratura per adulti, invece, nota dolente.. ma forse nemmeno troppo.
Ricordate KIB?
Per non mi seguisse assiduamente da un anno a questa parte KIB è il nome in codice di un romanzo (Thrillone sadomaso ambientato in zona) che sto scrivendo oramai da anni... che in questi mesi è stato pressochè messo da parte... ma ci stiamo ripigliando... scritto poco, giusto un paio di capitoli, ma li ho scritti, ed ogni pagina in più è una pagina in meno vero la fine.

Per un poco di tempo non ci credevo più nemmeno io, ed invece... pian pianino, KIB vive!

Per il resto tutto bene.

Non prometto che scriverò tutti i giorni.
Tutti i giorni è troppo.
Tutti i giorni non ce la posso fare...

Facciamo una volta la settimana?
Può andare?

Fatemi sapere... io ci sono.

P.S.
Giusto per "non parlare di videogiochi".
La prossima settimana esce GTA V!
Non manterrò la promessa... temo.