mercoledì 27 novembre 2013

Persecuzione maniacale


No, tranquilli.
Non parlerò delle paranoie incostituzionali di un ultrasettantenne milionario che forse, finalmente, ci siamo tolti dalle scatole, prendo però spunto da una delle parole che gli si è sentito ripetere ossessivamente durante gli ultimi 20 anni.
Persecuzione.
No, non sono perseguitato da nessuno, in compenso perseguito.
Perseguito, torturo, rapisco, avvilisco, a volte uccido, altre volte invece semplicemente degrado.
Non me stesso ne altri, ma i miei personaggi, almeno ultimamente, tendono a fare una pessima fine.

A volte involontariamente, a volte sono vittime, altre volte sono carnefici.
Quasi mai sono belle persone, spesso i lati oscuri sono più numerosi ed assurdamente in chiaro (anche se sarebbe meglio dire "a fuoco") di quelli luminosi.

Non capisco.
Non me ne capacito.

Ok, scherzando, ma nemmeno poi troppo, mi piace definirmi "una brutta persona".
Certo, se uno andasse giudicato solo dai pensieri credo che di belle persone al mondo ce ne sarebbero davvero poche. Chi è senza peccato scagli la prima pietra diceva un altro perseguitato storico, se non mi sbaglio.

Io non sono ne ai livelli del perseguitato ultrasettantenne col trapianto tricologico ne l'altro celebre crocifisso, non lo sono nemmeno i miei personaggi forse, ma potrebbero diventarlo.

Proprio ora sto scrivendo un racconto "ispirato" ad un frase ascoltata stamattina alla radio.

Il protagonista non è una bella persona, e non sono nemmeno tanto convinto che sarà lui a raccontare la fine della sua storia e non un necrologio scritto in chissà quale lingua, ma promette bene...
Sicuramente mi sta più simpatico degli altri due.

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