venerdì 5 settembre 2014

Sorry



Mi scuso per l'assenza...anzi no. 

Non mi scuso, perché ho avuto da fare cose importanti e quindi non mi devo giustificare... 

Resta però il fatto che non mi riesce di trovare il tempo per scribacchinare il dovuto qui e quindi, per quello, sì mi scuso.

Ma fra ristrutturazioni immobiliari, traslochi e mille altri casini direi che non è stato proprio possibile fare diversamente.

Non prometto che scriverò di più, perché poi non mantengo come diceva la buona Ambra, ma ci proverò.

Anche solo per comunicare al mondo che esisto ancora.

Ma, davvero esisto ancora?

giovedì 3 luglio 2014

E poi venne il cinema



Con la "c" minuscola... d'altronde si tratta di un corto, ma sempre cinema è no?!
Forse è meglio spiegare meglio.

Un mio racconto è stato selezionato (in mezzo a molti altri scritti, quindi c'era concorrenza) come soggetto per un corto.

Sembra poco scritto così, ma è una roba non da poco.

E' una cosa che fa curriculum, in primis, poi ...

Poi ci sono i poi.. 
Potrebbe essere un trampolino di lancio vero.. verso cosa non lo riesco nemmeno ad immaginare, ma se questa cosa andrà mai in porto il corto parteciperà a concorsi e festival... 
e ci sarà il mio nome nei titoli di coda.

Da amante del cinema non vi nascondo che la cosa mi da i brividi.

Di piacere, ovviamente.

Non starò ad annoiarvi sui dettagli, ma una cosa che ho notato ha fatto scattare in me uno spunto per una riflessione che potrebbe anche essere interessante.

Durante una riunione pre-produzione (un brain-storming creativo per cercare di dare una forma visiva allo scritto) ho notato che tutti gli interessati (regista, direttore fotografia, responsabile di produzione) conoscevano meglio di me lo scritto in questione.

E' vero che non è una roba recentissima, in effetti avrei potuto rileggerlo almeno una volta o due, giusto per rinfrescarmi la memoria, ma la cosa che mi ha stupito è quanto profondamente abbiano analizzato il testo e quante (scusate l'espressione) pippe mentali ci si siano fatti sopra.
Pippe mentali che io non mi sono assolutissimamente posto quando ho scritto il racconto.

Davvero sono così profondo? Davvero ci sono tutte queste sfaccettature? 

Davvero non mi ricordo quello che scrivo?

Davvero sono così bravo?

Una cosa però l'ho imparata: prepararmi meglio.
La prossima volta mi rileggerò.

giovedì 29 maggio 2014

Watch Dog - Sì, è una bomba, però...



Posso io dopo appena due ore di gioco iniziare a fare le punte ad un gioco che ha generato un hype di questi livelli e, tutt'ora, fa parlare di sè tanto la critica quanto gli appassionati?
Sì, posso, perché dall'alto della mia pluridecennale esperienza videoludica ad un certo punto posso anche fare l'arrogante e dire la mia, sopratutto se mi sento una voce fuori dal coro (la qual cosa è comunque un piacere inaspettato).
Bello? Sì è bello... graficamente di certo.
Grande? Certo che lo è, la matta è gigantesca, l'area di gioco è varie e, probabilmente, molto dettagliata.
Coinvolgente? Ovvio. Due ore senza tirare il fiato.
Divertente? Sì, in quelle due ore qualche attimo di sfrenata ilarità c'è stata.

Ma poi?
Poi poi una volta superato l'impatto, una volta capito l'approccio, una volta elogiata la varietà, iniziano a venire fuori le similitudini "scontate" ed i difetti "di gioventù".
La gestione della telecamera durante le fasi di guida, sopratutto se ci si muove lentamente, magari per evitare qualche passante particolarmente lento, è snervante.
I passanti stessi o meglio il loro istinto di conservazione... velo pietoso. Non si scansano nemmeno quando li minacci di investimento sicuro!
L'intelligenza artificiale (per esempio di nemici e poliziotti) sembra avere sporadici barlumi di genio per poi cadere nei più banali clichè del genere stealth (sopratutto se si preferisce questo genere di approccio). Un Esempio? Eccovelo.
Pistola con silenziatore, spari ad un tizio da una discreta distanza, lo colpisci, ma non lo uccidi. Se non ti vede inizia a girarsi attorno domandandosi da dove sia misteriosamente piovuto quel proiettile malandrino.
Dare l'allarme richiamando l'attenzione della mezza dozzina di fedeli compagni che girano li attorno sembrerebbe proprio la migliore delle azioni da compiere giusto?
Altro esempio.
Missione ambientata in un garage. tentando un approccio dalle scale entriamo da un lato, ma veniamo scoperti, allora scendiamo di corsa e rientriamo dall'altro lato.
Uno si aspetterebbe che gli sgherri come minimo si siano organizzati in qualche maniera, magari un inseguimento, un allarme generale ,magari allertando anche i compagni del piano di sopra che potrebbero approfittare del fatto che siamo stati bloccati all'entrata. Ovviamente così non è.
Quelli del secondo piano non sentono gli spari che, nel frattempo, continuano ad essere numerosi perché, questi furboni degli sgherri, continuano a sparare indefessi nella direzione da cui siete stati visti la prima volta.
Nessun inseguimento, nessun allarme generale, nessun tentativo d'accerchiamento.
Per capirci, li abbiamo raggiunti e sterminati alle spalle tutti, nessuno escluso.

Sono esempi, forse sono limiti "classici" del mondo videoludico... cose che ho sempre visto, me che non mi avevano mai dato troppo fastidio.

Perché le tolleravo prima ed ora le addito come inaccettabili?
Perché siamo nella NextGen!
Perché un gioco non deve solo essere bello, deve anche essere intelligente e quando dico intelligente spero capiate di cosa sto parlando.
IA.
Intelligenza artificiale.

Dovrebbe essercene di più.

Voto 8
Ma solo perché, nonostante tutto è proprio bello.

P.S.
Mi sono detto che non avrei parlato di Watch Dog senza nominare né GTA né Assassin's Credd.
Ce l'ho fatta, ma vi assicuro che giocandoci ci si pensa spesso, ad entrambi.
Sopratutto al secondo.

giovedì 22 maggio 2014

Gusti vs Stile - Vendere o Perseverare?



"Vendere" che parola... che non si tratta mica poi di vendere, ma di avere una conferma, un'idea di opportunità, uno spiraglio speranzoso nell'oscurità della quotidianità.
Così però mi capisco solo io quindi direi che è meglio dare qualche solito dettaglio.
Dopo aver inviato la raccolta di racconti ad un editore (cordiale e gentile) incredibilmente (e pure in tempi brevi!) ho ricevuto una risposta...
Che ovviamente era un "no", altrimenti staremmo qui a parlare di che?
Ma non era un no secco e perentorio, era un "no" preceduto prima di tutto con un complimento al mio stile di scrittura... seguito da un "ma" in relazione a... il mio stile di scrittura.
No, non è una contraddizione, anche se potrebbe sembrarlo.
Semplicemente certi aspetti del mio stile non sono passati, non sono percepiti, non vanno bene... al lettore in questione o meglio, all'editore.
Che fare quindi?
Quando una risposta inizia così "La tua scrittura è sicuramente perfetta e lineare, riesci a coinvolgere il lettore ma…".come ti comporti?
Ti rivedi, ti correggi, ti "adatti", o continui per la tua strada?
Ci sono pro e contro, chiunque li vedrebbe, ma davvero voglio "esordire" con qualcosa riveduto e corretto secondo i gusti di qualcun altro?
Certo, l'ideale sarebbe trovare un editore che ti giura amore eterno e che promette di pubblicarti anche la lista della spesa perché perdutamente perso di te e del tuo stile e delle tue storie, ma così (al momento) non è.
Quindi?


Vi lascio in sospeso...

martedì 8 aprile 2014

Va bene! Ok! Scrivo!

Mi dici di scrivere... ma di cosa?
Forse del fatto che, negando le mie stesse parole in realtà sono in un limbo?
Che, volente o nolente, sono in attesa?

E dire che le parole, le storie, i concetti non mancherebbero.
Ogni volta che taccio per più di tre minuti mi guardo attorno ed osservo... guardo i volti delle persone che ho attorno, ascolto le loro parole, e le integro in storie che sono nella mia testa, o ne inizio di nuove...

E non le scrivo, no, perché a ben vedere, volendo, ci sarebbe anche altro di cui scrivere.
Opinioni, concetti, idee, anche astratte, a volte pratiche, spesso (quasi sempre) solo sogni.
Non le scrivo, perché non voglio più scrivere qui le mi storie, perché le storie sono mie e saranno tue, vostre, solo in caso di pubblicazione.
Preferisco così.
Meglio a nessuno che a pochi.
Meglio il limbo che sentirsi dire che sei bravo, che hai talento, ma che nessuno ti pubblica perché sei un emerito signor nessuno.
Meglio il nulla che l'adorazione di pochi.
Non punto alla fame, non voglio la ricchezza... al momento mi basterebbe un riconoscimento "univoco" che suoni come una dichiarazione.
Io, per ora, sono solo un autore, ma non è questo a cui miro, non è questo che voglio.
E vado in conflitto... con me stesso, con le persone che mi circondano e pure mi apprezzano... mentre invece, forse, dovrei solo essere me stesso e continuare a scrivere... non solo per me?
Anche per voi affezionati lettori che mi accusate di causarvi noia?
Avrete le vostre ragioni ma, visto che io ho le mie... facciamo un patto.
Scriverò, ma l'argomento fatelo voi...
Fate girare la cosa, annunciate la notizia...
A voi il tema, qualsiasi, a me la stesura... e chi s'è visto s'è visto...

lunedì 24 marzo 2014

Dannati bivi

Ebbene sì, l'ho sempre pensata così.
O vinci o perdi, alla prima occasione, al primo tentativo.
O vinci o perdi.
Ritentare nuoce all'amor proprio.
Scendere a patti, senza rimorsi, con l'ovvio errore di questo modus cogitantis è stata dura... e lo sarà per tanto, tanto tempo ancora.

Capire che il successo non è per forza dipendente dalla singola bocca di culo (chiamiamola pure fortuna) è obbligatorio.
Capire che per riuscire è necessario insistere e continuare a farlo, è necessario.
Riuscire a farlo sarà tutt'altro paio di maniche.

Io cerco e cercherò, ancora ed ancora, di riuscire in quel che mi propongo e, fallimento dopo fallimento, non mi farò deprimere. Almeno non troppo, almeno non definitivamente.

Finché ci sarà qualcuno che mi farà i complimenti per il mio "lavoro" non smetterò di tentare... e ci riuscirò.

E suona decisamente come una minaccia.

mercoledì 12 marzo 2014

Sono ancora nel tunnel (del divertimento?)


Immagine in linea 1

No, Caparezza non ha nulla a che spartire con questo mio, è solo per avvertire tutti gli interessati che, anche se non sto scrivendo "attivamente", la mente è tornata a darmi spunti ed idee.

Dopo il black-out totale seguito all'invio a "editori vari" del mio manoscritto temevo che si fosse rotto qualcosa... ed invece no.
Tiè!

Mi spiego meglio?
Mi spiego meglio, ma per farlo dovrò inoltrarmi in un discorso un poco complicato e personale che riguarda il mio personalissimo processo creativo.
Come funziona?
O meglio, come funziono?

Semplice, io sogno.
No, non sono veri e propri sogni. Sono tra quelli che raramente si ricorda i propri viaggi onirici in compagnia di quel burlone di Morfeo. Ricordo i miei sogni solo quando sono davvero terribili o ultra-complessi quindi, per me, sognare (di notte, dormendo, fase REM o no), è un "lavoro" pesante e spiacevole. Spesso traumatizzante.

I sogni di cui parlo sono embrioni onirici (definizione strana per definizione strana può andare bene anche questa). "Roba" che mi arriva nel dormiveglia e che, per quasi tutta la mia vita, hanno accompagnato i faticosi momenti nei quali cercavo di partire sotto braccio allo zuzzurellone divino.
In sostanza, sono uno che prende sonno difficilmente e che anche quando ci riesce è sempre sul filo del risveglio.

Negli anni queste "storie" venivano forzatamente dimenticate, anzi ignorate... non mi facevano addormentare!

Ora invece ho trovato un modo, un tecnica, per metterli da parte... e poi ritornano... 

Così da poterle scrivere...

Semplice no?!

In sostanza, per tornare all'inizio di questo pistolotto, dopo l'invio agli "editori vari" per qualche tempo non ho avuto nessun problema ad addormentarmi. 
Il che è male....

Ora invece son tornato alla mia solita "insonnia narrativa" e sono felice.

Presto tornerò a scrivere.

Mi spiace per voi.

lunedì 10 marzo 2014

Partire per la tangente...


...potrebbe capitarmi anzi, già mi capita.
Ogni notte.
Dormo poco e male.
Non riesco a riposarmi.
Mi perdo in sogni ad occhi aperti aspettando una telefonata che forse non arriverà mai.
Sapevo che, all'atto pratico, avrei potuto reagire così.
Tutto sommato un poco sono arrivato a conoscermi.
Certo, spesso e volentieri ancora mi sorprendo da solo, ma fin qui c'ero arrivato.
Sapevo che mi sarei bloccato, sapevo che non sarei riuscito a mantenere i buoni propositi, sapevo che avrei finito per incanalarmi in un tunnel autodistruttivo senza capo ne coda che mi avrebbe portato a finire chissà dove...
Tutto per aver mandato un a futile raccolta di racconti a qualche editore.
Futile no!
Non futile!
Son convinto che sia valida!
Innovativa addirittura forse!
Divertente, struggente e sconvolgente...
Tanta roba!
Non tutto, un antipasto di quello che saprei e potrei fare e dare...

Solo che ora attendo.
E parto per la tangente.
Mi immagino una chiamata... e poi lo sclero.. la gioia... o la deluzione...
Qualcosa...non nulla...

Nel nulla finirei per perdermi...

venerdì 28 febbraio 2014

Non posso fare altro...

...se non restare in attesa a "friggere".

Perché, vi chiederete voi?
Perché ho inviato la raccolta dei miei racconti a qualche editore, ed ora aspetto... nel frattempo friggo dentro ma esteriormente faccio finta di niente.
E lo so che è difficile, sopratutto per uno sconosciuto... e lo so che è quasi impossibile... ma chissà?

Magari, forse...

Resto convinto della validità del "progetto" (Che a chiamarlo così fa un sacco più professionale) quindi... resto in attesa... e friggo...

martedì 11 febbraio 2014

Una bottarella all'ego ed una alla botte


Domenica scorsa è successa una cosa, una cosa prevista, nessuna sorpresa, a parte l'esito.
Era pianificata, organizzata ed attesa... di conseguenza non ho dormito bene per qualche notte, ma ho recuperato dopo.
Domenica scorsa c'è stata la riunione dei (o meglio "delle") beta-reader.
Esiste un termine per definirle in italiano? Me lo sapete dire?
Fatto sta che giusto una settimana prima avevo consegnato a tutte e 4 una copia stampata della mia ultima fatica (e primo tentativo serio di pubblicazione).
Per cosa?
Per avere conforto e critica, per sapere andare avanti o meno, per avere conferme o smentite... volete sapere com'è andata?

Bene anzi, benissimo!
Oserei dire alla grande!

Certo, c'è da sistemare una marea di errori e poche (Pochissime!) frasi qua e là da rendere comprensibili (anche se continuo ad affermare che siano comprensibilissime... forse solo nella mia testa) ma per il resto conferme ed apprezzamenti.

Un sacco di complimenti e sguardi stupiti.
La più critica della 4 (mia madre, vorace lettrice monotematica) ha pubblicamente ammesso di essere spaventata dalla consapevolezza che a scrivere "certe cose" sia stato il suo pargoletto.

Mamma, son cresciuto!
Ed ho letto tutti i libri che hai letto tu, gli stessi.
Di chi è la colpa?

:D

Ed ora?

Ora correzione definitiva a strada tortuosa.
Mandiamo agli editori "veri".
L'autopubblicazione non riesco proprio a farmela andare giù.

domenica 26 gennaio 2014

Ci siamo gente!



Anni di pensieri e progetti.

Mal di testa e notti insonni.

Sogni ed incubi ed ora, ci siamo.

Impaginazione terminata.

Stampe per lettori di fiducia in attesa di consegna e poi?

Poi si pubblica.

Una raccolta di racconti incluso un "romanzo breve".
Emozionato?
No, terrorizzato.

Letteralmente nel panico, anche perché ho deciso di seguire una strada che non avrei mai voluto seguire.

Ho deciso di passare per la pubblicazione elettronica.
Ho deciso di auto-pubblicarmi.

Sì, lo so.
Ho sempre detto che non l'avrei mai e poi mai fatto, ma credo di essere venuto a patti con qualche fatto che non posso assolutamente ignorare.

Chi sono io?!
Perché mai una casa editrice dovrebbe puntare su una mia opera?

Cioè, capiamoci, a mio avviso un ipotetico editore dovrebbe farlo, perché sono troppo bravo. Il migliore!
Sì certo, e se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola.

Non funziona così.
Devo fare un salto, un tentativo, creare un precedente e l'unico modo che ho per poterlo fare (ed in tempi brevi, ora che ho "qualcosa" in mano friggo, non riesco ad attendere) è questo.
Digitale, cartaceo, misto. Si vedrà. Non ho ancora preso una decisione al cento percento. Non ancora.
Ma lo farò appena i miei "beta reader" m'avranno riempito di insulti.

A breve, spero.

giovedì 16 gennaio 2014

Stasera film preferito


Sapete quelle serata che son "pianificate", che sai già cosa farai, o almeno dovresti saperlo. Poi capita l'imprevisto.
Possibile pacco di uno causa neve... e sei spiazzato.

Ma poi mica tanto, perché pensi : "Stasera quasi quasi mi butto su un film!"

Ed allora pensi magari a Sky, o addirittura vai avanti a leggere, che c'hai in libro da portare avanti.
E se scrivessi?!

Nel dubbio, quasi quasi, mi riguardo un preferito... e si apre una voragine.

Si perché dire "film preferito", ovvero uno dei molti dalla collezione di DVD, non risolve.
E' comunque necessaria una scelta.
Avevo un classifica da qualche parte, ma è in continua evoluzione, e comunque dipende dal momento...

Non è una scelta facile!

Quasi quasi mi riguardo Trainspotting... e se fosse invece "L'avvocato del Diavolo"?

Thank you for smoling allora no?!
Allora è papabile anche Lord of War.
Vabbè, buttiamoci sul difficile ed iniziamo una retrospettiva di cinema orientale allora!

In sostanza?

AIUTO!

giovedì 9 gennaio 2014

Occhi Rossi - IL GDR - AAA pazzi cercasi disperatamente

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No, è inutile. Non cercatelo. 
Non esiste un gioco di ruolo che si chiama così.
A parte dentro la mia testa ovviamente.

Occhi Rossi (titolo provvisorio) è uno dei molteplici progetti mastodontici che ho iniziato e mai terminato...
E' un po' che ci penso, nuove idee, ampliamenti, regole... e la congiuntivite di cui soffro in questo momento (YEAH!) me l'ha fatto ritornare in mente violentemente...

E la domanda è questa: davvero non c'è nessuno che voglia avviare una collaborazione per creare insieme a me il gioco di ruolo futuristico definitivo?!?!

Premetto, l'idea è bella (a me piace molto) ... dentro c'è davvero di tutto (per questo il progetto è "mastodontico"). 
Il tutto nasce come un manuale vero e proprio, con un sacco di tabelle e di regole... di quelli spessi spessi che non vengono mai davvero letti fino in fondo da nessuno... ma è un sogno.

L'ennesimo.

Se siete interessati parliamone a quattro occhi, una volta che mi sarà passata la congiuntivite ovviamente.

mercoledì 8 gennaio 2014

Muoia Sansone con tutti i filistei

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Ovvero: Le ultime parole (famose) del capo.

Come ha detto un amico solo ieri, sono un pò come quel super eroe che se gli tagliavano i capelli perdeva i poteri... vabbè.

Soprassediamo lo stato confusionale tra bibbia e DC/Marvel ... che è meglio... 

Parliamo di altro.

Parliamo del fatto che le ultime parole che mi son state riferite dal mio capo prima dell'inizio delle vacanze natalizie son state due e due soltanto.

La prima era RIPOSATI.
C'ho provato, ma poi tra una cosa e l'altra son sempre finito a dormire verso le 2 del mattino... Sempre sveglato tardi, tipo verso le 10, quindi le mie 8 ore le ho sempre fatte, ma siamo lontani dalla situazione ideale di effettuato recupero...

Diciamo che se potevo approfittarne per fare scorta ho ciccato clamorosamente l'obiettivo.

L'altra parole era parole (o meglio frase) è stata : "NON AMMALARTI".
Ce l'ho fatta al 90%.

Son stato bene fino a che non ho deciso (mio malgrado) di tagliarmi i capelli (ecco il riferimento biblico). Ora sono in uno stato pietoso.
Raffreddore, tosse, mal di gola, occhi cisposi... ho la gola talmente arrossata che mi fa male muovere la lingua... Per non parlare della voce flautata e suadente che mi è venuta fuori.
Frankeinstein con la raucedine... a dir poco...

A rendere ancor più piacevole questo secondo giorno di ritorno al lavoro arriva lei, la consapevoleza.
Se ieri tutto sommato la cieca disperazione annebbiava la coscienza tanto da non permettermi di rendermi pienamente conto della situazione oggi la situazione cambia.
Oggi lo so per certo.
Non è un incubo ad occhi a perti.
Non è allucinazione audiovisiva.

E' cruda realtà.

Le vacanze son finite.
I prossimi mesi saranno puro delirio.

Evviva!
Siamo fortissimi!

Mio amato Giappone (Sono single Core)

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Dopo la cocente delusione di Harlock ho capito che non sono più interessato al Giappone sotto tutti i punti di vista che mi interessavano una volta...

Intendo dire fumetti, manga, letteratura (Banana Yoshimoto è una palla clamorosa da leggere), il cinema (principalmente horror).
Anche i cartoni animati di nuova generazione sono tutti uguali, tutti stereotipati, fatti col copia incolla per vendere franchise e carte collezionabili a bambini multi processore. Tutti cloni dei Pokemon, tutti uguali ed affatto divertenti o coinvolgenti.

In sostanza mi separo dal Giappone, nel mio cuore non c'è abbastanza spazio per tutto quello che ha da offrire. Che è moltissimo e lo so.
Non lo faccio come una presa di posizione esclusivamente dovuta alla delusione datami dal mio pirata spaziale preferito, ma è una decisione sofferta.. maturata dopo anni di continue prese di coscienza...

Il Giappone mi affascina, e ci andrò prima o poi... è deciso. Abbiamo un progetto a lungo termine a riguardo io ed il mio piccolo clone...
Lo studieremo meglio, e poi ci andremo... ma proprio perché è da studiare insieme ad un bimbo di 5 anni è come se fosse da ristudiare da zero... quindi dimentico tutto.
Abbandono ogni stereotipo legato a qualsiasi ricordo d'infanzia e riparto da zero.

E' un reboot in tutti i sensi.
Da questo momento, del Giappone, non conosco più nulla... lo imparerò di nuovo attraverso gli occhi di un bimbo di cinque anni...

sabato 4 gennaio 2014

Capitan Harlock 3D - Recensione

Giuro che non vorrei farlo, ma non posso proprio esimermi. Non ce la faccio.
Sarà perché ci sono delle "navi" di mezzo, ma non ce la faccio proprio.
Capitan Harlock 3D (e lasciamo perdere il titolo italiano) è una cagata pazzesca! Ne più ne meno della famigerata corazzata russa tanto detestata dal ragionier Ugo.

Non vorrei esprimermi così, giuro che non vorrei.
Il guercio capitano era nel mio cuore, nei miei ricordi, nella mia immaginazione... e sapere che questo film è il più grande sforzo produttivo di una bandiera dell'animazione giapponese come la Toei non mi addolcisce la pillola, che diventerà sempre più amara.

E calcolate anche che rischio di farmi dei nemici, di rompere delle amicizie più che decennali nel dire ciò che penso! Ho amici che mi toglieranno il saluto!

Ma il dovere chiama e farebbe così anche lui, il capitano, quello della mia memoria... farebbe la cosa giusta.

No dai, non esageriamo, dopotutto ti sei divertito, sei tornato bambino no?!
Vero, ma non è il bambino a recensire il film, è l'adulto, e come tale, per tutta la durata della proiezione, non sono riuscito ad evitare di pensare che mancava qualcosa... e che c'era qualcosa di troppo.
Poi ho capito.
Non il 3D in quanto occhialino inutile necessario per far pagare 3 euro in più l'ingresso in sala, ma proprio l'animazione in CG. Mi ha dato noia per tutto il tempo.
Certo, benissimamente fatta, effetti spettacolari e facezie da nerd a iosa, ma non era "giusta". Fuori tono, fuori scala, fuori contesto.
Le battaglie spaziali son fantastiche, ma ad un certo punto della storia la trama farà sì che non siano più nemmeno emozionanti, dall'esito scontato. Come la storia. Abbastanza scontata pure lei.

Certo, è il ritorno del mitico pirata sui grandi schermi, un ritorno a dir poco trionfale non c'è dubbio, ma stonato nei modi, scontato nei luoghi e frastornante nei tempi.
Uscito dalla sala non ho potuto evitare di pensare a quanto potrebbe essere meglio, una volta ogni tanto, un videogioco dedicato al capitano. Un videogioco come si deve una volta tanto. Tanto per cambiare.

Camminando verso la macchina ho poi capito cose c'era di sbagliato, e non è una cosa da poco.
Il capitano manca di consistenza. Nel 3D guadagna in realismo, ed allora affiorano tutte le falle che ci sono in quel mondo. Mancano i dettagli, manca quello: la coerenza che è necessaria se ti affidi al fotorealismo nella tua animazione.
Quello che fai vedere non solo deve sembrare vero, ma deve esserlo, e quasi nulla lo è.
Non c'è il realismo, non c'è coerenza... troppo fantasy?
Forse, ma se mi metti delle navi spaziali che si fronteggiano a cannonate hai sbagliato genere amico nipponico. Quella è fantascienza...e di scienza ce n'era ben poca.

Lo consiglio agli appassionati di pirati spaziali guerci, a tutti i maschi di età anagrafica compresa fra gli 8 ed i 12 anni ed a nessuna altro.

Vivamente sconsigliato a tutti quelli che, come me, del capitano avevano un ricordo ammantato di quella che è la sua vera ed unica sostanza. La leggenda.

P.S.
Mi sovviene ora: qualche frase di senso compiuto in più nel doppiaggio sarebbe stata utile. Capisco la sindrome da "Lost in translation" ma giuro che in certi momenti c'ho capito davvero poco. Troppo criptici per i miei modesti gusti di uomo vittoriano.

P.P.S.
Come?! Vittoriano?!
Ma smettila!

venerdì 3 gennaio 2014

La vita segreta di Walter Mitty


Stranamente un film recente, quasi contemporaneo, e davvero... un film bello.
Poetico, divertente, avventuroso e folle.
Un film che oserei definire monolitico.
Scritto, diretto, prodotto ed interpretato da uno spettacolare e "serio" Ben Stiller.
Un cast eccezionale, una storia poetica e profonda.

Forrest Gump sta a "La vita segreta di Walter Mitty" come la frase "stupido è chi lo stupido fa" sta al motto della rivista Life:


To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls. 
Draw closer, to find each other and to feel. 
That is the purpose of life

Che suonerebbe un poco come:

Vedere il mondo, fare cose pericolose, vedere oltre le barriere.
Avvicinarsi, per trovare l'altro e per sentire.
Questo è lo scopo della vita.

Che è un poco come dire tutto e niente.

Assolutamente da vedere o rivedere al cinema con una moglie con la quale sei da poco tornato da un viaggio di nozze in Islanda.
O con qualsiasi anima poetica e pronta a stupirsi incontriate sulla vostra strada.
Un film sul viaggiare e sullo scoprirsi.
Sul vivere e lasciar vivere.
Un film sull'amore e sul tutto.

Bravo Ben.